- 16/10/2009 Silvia&Claudio
Maldive Maldive Maldive...blu, azzurro, verde acqua, rosso infuocato, odore di frangipane, sale, sole...
Era qualche anno che sognavo questo viaggio. Dall'ultima volta che c'ero stata per lavoro, quattro anni fa, prima della nascita di mio figlio. Per Claudio era la prima volta. Aveva vissuto con me tutte le mie visite di lavoro, indirettamente, attraverso racconti e foto e, così, si riteneva preparato a quanto avrebbe vissuto...
Per quanto turistiche nel peggior senso possano essere, le Maldive conservano il posto tra i più bei luoghi del nostro pianeta, a pieno diritto. Perciò mi infastidisce quando vengono tacciate di meta "noiosa", per innamorati e basta, oppure troppo "artefatte" per vacanze avventurose. Gente, qui siete nel bel mezzo dell'oceano indiano, tra persone che non hanno mai visto un cavallo probabilmente, oltre a un sacco di altre cose normali per noi; persone che ti aiutano con la loro serenità a sentirti più sereno, anche se non condividi le loro usanze. I cani volanti sorvolano la piscina, mentre gli squali circolano nelle acque più fredde del reef esterno. Tu sei in mezzo a tutto questo e ti sembra tutto NORMALE. Perché LO E'! Ti rendi conto di fare parte di tutto questo, della natura, perché se qualcosa esiste, per quanto "strana" è sempre frutto e parte delle natura stessa e quindi...normale che esista! Le epifanie che capitano a chi viaggia con i sensi aperti, anche virtualmente, sfogliando un libro, ma non a chi si ostina a pensare di essere impermeabile alle cose che ci circondano. Vivere intensamente è fantastico, e ci sono luoghi, come le Maldive, dove vivere intensamente è più facile.
Pragmaticamente, sarà anche perché vogliamo profittare del prezzo pagato per andarci...!
Per fortuna noi siamo stati baciati fin dal principio, poiché per una serie di circostanze il nostro viaggio proveniva da un'offerta superscontata (€ 1.830 totali: 2 adulti in soft all-inclusive con upgrade in o.w. bungalow, tasse e adeg.carburante dell'ultima ora incluso).
Tre mesi di anticipazione e raccolta informazioni. In questo MondoMaldive non lo batte nessuno: per organizzazione, qualità e numero di informazioni, gestione da parte degli amministratori e intelligentissime iniziative (vedi prestito SIM) non c'è un paragone. Spero di aggiungere con questo racconto ricchezza al sito, infatti. Come diceva Dostoevskij, ognuno di noi è responsabile per tutto e per tutti: se possiamo fare qualcosa e ci asteniamo dal farla, se possiamo aiutare ma non muoviamo un dito...be', sappiamo cosa siamo, giusto? Anche per questo, metà della valigia (un solo trolley, 65 litri, basta per due persone, incluse racchette da badminton e attrezzatura snorkeling!!) l'ho riempita con giochi e vestitini per bimbi da regalare alla gente dell'isola dei pescatori (Huraa)_(Chaaya Island è invece Kanu Huraa, "grande" Huraa). Fatelo, non costa nulla e non offendete nessuno. Io ho lasciato un pacco col fiocco in stanza alla fine del viaggio, con un biglietto per Ibrahim, un bell boy che abita ad Huraa.
La valigia nel mio armadio già un mese prima di partire, la imbarchiamo su un Airbus 330 di Eurofly con un anticipo di 50 minuti. Arriveremo a Male con 1 ora e mezza di anticipo. Viaggio notturno comodissimo poiché aereo mezzo vuoto e quindi ci siamo appropriati di due intere file centrali per sdraiarci e dormire + ottima gestione da parte del comandante dei display personali: il cockpit li ha spenti. Sì, la scusa è che non funzionava il sistema di intrattenimento, ma il sospetto (fondato, parlo per esperienza) è che si volesse far passare velocemente e in maniera riposante la crociera aerea, e quindi si sia deciso di impedire ai soliti di eccedere col disturbo, non dando altre alternative al...sonno!) Quindi, atterraggio perfetto, con me e Claudio che ci siamo già semi-snudati al risveglio in aereo. Quindi niente spiacevole botta di calore.
Velocissimo sbarco e incontro con Monica, stressatissima ma professionale referente Phone&Go, residente al Dhonveli da Giugno e responsabile di 5 resort. Barca veloce a disposizione in 20 minuti e approdo al Dhonveli in altri 20, tragitto panoramico incluso. Da manuale.
Ah, io ho pianto non appena tirato su l'oscura finestrino e ho visto l'oceano sotto e un attimo dopo gli atolli.
Era già TROPPO. Troppo natura, troppo vero, troppo MIO MIO MIO!
La giornata è parzialmente coperta. Ci si scotta lo stesso e fa caldo. Caldo. Caldo e ventilato. caratteristica dell'isola è la posizione parzialmente esterna rispetto alla barriera oceanica, per cui è spazzata da correnti sia ventose che marine. In continuazione. Impatto all'arrivo all'isola: non male, non lussuoso, né particolarmente selvaggio. La giusta misura tra le due cose. Ho visto di meglio esteticamente parlando, ma poi c'era sempre qualcosa che compensava al contrario (vicinanza all'aeroporto, cucina, stanze...). Eppoi...mi sono dovuta ricredere col passare dei giorni e delle ore. Quel che sembra maltenuto, è in realtà letteralmente eroso dall'aria e dall'acqua! Su quest'isola ci lavoreranno in 500 persone, la vegetazione è bellissima, con piante anche rare e profumi esotocissimi, lo spa ha personale ultra qualificato, gli chef sono chef e i camerieri sono veramente come si deve (gentili, puntuali, veloci, corretti), l'housekeeping è addirittura eccezionale, in Italia
solo strapagando (e in Francia nemmeno in tal caso...) ti sistemano la stanza così bene, due volte al dì!
Abbiamo visto lavori di manutenzione tutta la settimana (lo intendo in senso positivo), alcune parti del resort esistono solo dal 2004, per cui ci siamo accorti che è la natura stessa che combatte per distruggere le strutture messe in piedi dall'uomo. E l'uomo cerca di porvi rimedio. E' quindi piacevole anche vedere questa "lotta" andare avanti, con la ruggine che sale lungo le palafitte, inesorabile, mentre i maldiviani sono ancora impegnati a risistemare i tetti dei bungalow quasi divelti dal vento...!
Niente animazione. Esatto: questo resort non è roba da italiani. In alta stagione, forse c'è stato qualcosa, ma nella maggior parte dell'anno, essendoci pochissimi ospiti italiani (eravamo in 13 su 150 e ne abbiamo visti "dal vivo" solo 2), gli animatori li chiudono nel baule...eheh... In realtà, anche i ragazzi italiani del diving mi sono sembrati un po' sottotono, con uno che continuavamo a "beccare" in giro per i sentieri dell'isola, neanche si degnava di abbassare la voce o scostarsi per fare passare gli ospiti, mentre si lamentava con parenti e amici a casa del lavoro e di quanto lo pagassero...!! Vabbe', se uno è un professionista serio...
Anche per questo, non abbiamo fatto diving.Avendo scelto di fare una vacanza rilassante, abbiamo escluso a priori: diving, escursioni massacranti, trappole per turisti. on siamo quindi andati a Male. Non siamo andati sull'isola dei pescatori, né da nessuna altra parte che non fosse raggiungibile a piedi e l'siola è di medie dimensioni: si cammina parecchio anche solo per le normali necessità. Posso dire che le attività non sarebbero mancate: pesca al bolentino all'alba o al tramonto, isola dei pescatori, picnic su isola deserta, visita a Male, sorvolamento atollo con possibilità foto aeree, crociera su barca con fondo trasparente, cena a lume di candela, snorkeling guidato...
Nemmeno la cena a lume di candela, dopo aver visto le quattro coppie messe in fila sulla spiaggia, colpita dal vento ventoso , servita da camerieri frettolosi. Niente scene da copione, grazie. Se non te la senti, non è spontaneo, non c'entra nulla...non lo fare. Molte escursioni sono valide, anche se fanno salire il prezzo dell'esperienza. Devo dire che se avessimo portato anche nostro figlio di 4 anni, forse alcune le avremmo fatte, ma si sa, un sacrificio fatto per amore non è più un sacrificio...
Ad esempio, l'unica escursione di cui nessuno parlava in qualche modo male, anche se gli anglosassoni non parlano male con gli sconosciuti di norma, è quella all'isola dei pescatori. Ma non saprei esprimermi.
Per noi è stata una segregazione volontaria su di un'isola nel mezzo dell'oceano, con sconosciuti che parlavano perlopiù un larghissimo inglese (australiani) e uno stretto britannico; tutti bevevano moltissimo.
Tranne gli italiani, sospetto che i TO di tutti gli altri Paesi vendano l'all inclusive alcolico a tutto spiano. Niente male, per noi che usavamo il ristorante riservato agli o.w., che sta accanto al Pasta Point, mitico e ha tutta una storia affascinantissima, bar dei surfisti. Qui ci fermavamo dopo cena, e anche dopo pranzo a volte, a bere un té o una bibita (alcuni succhi, bibite gassate, té, caffè americano e acqua sono a disposizione 24 su 24 in tutti e tre i bar dell'isola, mentre tra le 16 e le 18 al sunset bar, che è quello centrale, vicino alla piscina, offrono uno snack dolce e salato). Al Pasta Point ci fermavamo a giocare a carte, oppure a biliardo, oppure a consultare internet con le schede prepagate per la wi-fi. Qui, come al sunset, tra i mobili di legno che arredano gli interni, ci sono due madie, un poì consunte, come si confà, piene di libri lasciate dai praticanti il book crossing. Ne ho letti quattro in una settimana e ne ho lasciati un paio di quelli che avevo portato che sono andati ad aggiungersi agli altri due in lingua italiana già presenti. In effetti, metà dei libri era in lingua inglese, il restante in lingua: giapponese, russa, francese).
A proposito di giapponesi: grazie a loro l'isola si animava e colorava ogni giorno. Tutti alloggiavano almeno negli o.w., oppure nelle suites. Diciamo che se gli australiani di mezz'età, stile l'irlandese Hemingway si facevano molto riconoscere per sorriso stampato sulle facce segnate da sole e salsedine, fare spiccio e risate sonore, dall'altra i moltissimi giapponesi ci regalavano momenti da cartone animato vero e proprio.
Simpatiche le famiglie con bimbo educatissimo a tavola. Simpaticissimi i gruppi di amici con parasole in carta e elegantemente vestita lei, stile fotoreporter lui; meno simpatici i cinesi in gruppi da 8 con visi cinerei e tristi che restavano solo qualche giorno e non mettevano poiedie in acqua.,,purtroppo per loro.
Ogni giorno si sposava qualcuno sull'isola, sempre giapponesi giovanissimi: lei passava tutto il giorno a farsi immortalare in abito da sposa sotto il sole con qualunque sfondo, ma sempre nella stessa posizione: in piedi con la testa reclinata di lato verso il braccio alzato con mano che fa il segno di "VIVA!"...cartoni animati...
Ah, lo sposo, o il fotografo, non saprei dire se si divertiva.
Molte persone grasse, soprattutto i belgi e i russi. Le inglesi più alte e robuste di un uomo medio italiano. Gli australiani, ancora, simpatici. Alcune donne che, forse perché si sentono in dovere di sedurre ovunque vadano, forse perché in viaggio col ragazzo o il marito novello, facevano le solite sfilate di moda per venire a cena. Ma la maggioranza, inaspettata, di ospiti sono famiglie con prole. Poi vengono le coppie. Poi i surfisti che viaggiano singoli o in gruppo e si divertono come pazzi, apparentemente.
Osservare tutto questo, in superficie, poi immergere la testa nell'acqua della laguna, 33°C garantiti tutto l'anno...un altro mondo. Suoni ovattati, colori accentuati, movimenti fluidi, occhi scrutatori di animali che non vedi tanto spesso, se non nei cartoni della Disney. Solo per quelle mezz'ore di snorkeling amatoriale, mi commuovo a pensarci, tornerei immediatamente a pagare per recarmi alle Maldive.
Forse è meglio non spiegare l'emozione, meglio consigliare di provarla di persona. Se avete figli, staccateli da davanti al televisore e portateli in questi posti! Sono soldi ben spesi.
L'acqua e molto salata e ti sostiene quando fai snorkeling o "nuoti". Scendere di quattro metri sott'acqua è una fatica! Lì fa più freddo, ci sono gli squaletti e le razze (stessa famiglia, mi risulta), però. Il sole in superficie è ustionante e ti colora senza che tu te ne renda conto a causa del vento e delle nuvole che passano veloci (quando ci sono). Fattore protezione 50 e si va sul sicuro. Sono sconsigliabili cavolate da questo punto di vista. E anche da questo: l'isola ha un reef esterno, molto bello, che non si potrebbe visitare da soli, ma solo accompagnati dal personale del diving. In realtà è tollerato che gli ospiti ci si avventurino sia a piedi, dove si tocca, che a nuoto (solo con pinne!). Però, non aspettatevi che nessuno si tuffi e cerchi di ripescarvi se venite trascinati al largo dalla corrente. Chi ci ha provato non è più qui per dirvi come è andata. Qui ci troviamo in mezzo ad un mare molto vasto e molto vivo e noi siamo molto piccoli e deboli a confronto di tutto quello che riusciamo a vedere prima che l'occhio si perda nell'orizzonte e si ricominci a filosofeggiare sul
significato della vita (umana, perché le bestie sanno perfettamente cosa ci fanno qui).
La piscina è un altro posto che abbiamo frequentato: acqua dolce per lavarsi via il sale, tanto per
cominciare; buona temperatura; tranquillità; ho letto due libri seduta in acqua bassa, sorseggiando coca cola, mentre un cane volante si nutriva dei frutti della palma da dattero e una papera scivolava sull'acqua della vasca mosaicata, indisturbata dagli ospiti della sua isola. Che fosse quello John Keels??!
Il ristorante, certo. Tre pasti al giorno sono forse troppi per chi è abituato a vivere e lavorare nella zona di Milano, tra auto, uffici, cantieri e le corse per spostarsi da un appuntamento all'altro. Qui sono perfetti per far: 1) passare il tempo e scandire la giornata; 2) riempire lo stomaco, perché si consuma un sacco quando si passa la maggior parte del tempo a bocca aperta, per la meraviglia. Non ci possono entrare insetti, perché l'isola è periodicamente disinfestata, ma l'acqua e l'aria salata sì, e queste acuiscono il senso di fame.
Comunque, nonostante tutto, noi non siamo ingrassati in una settimana. Carne buona, pesce buonino, verdure scottate buonissime, pasta ECCEZIONALE (MOLTO meglio di come la cucini io...), dolci così così.
Diciamo che siamo nella media di molti altri resort, ma non arriviamo alle punte di raffinatezza dei Club Med (niente SASHIMI, tanto per cominciare...). Non andateci per il cibo, ovviamente. Anzi, ITALIANI; NON ANDATECI PROPRIO: il bello di quest'isola è l'esiguità di numero dell'uomo italico medio che si incontra!
Sono disponibile per altre informazioni a chiunque necessiti; io risponderò, differentemente da quanti ho contattato prima di partire noi stessi, gli ultimi partiti per il Dhonveli prima di noi, che non si sono degnati di dare un feedback alle mie mail (chiedevo che tempo avesse fatto, dopotutto non era una risposta lunga da dare...ma anche nelle mail di lavoro vi accorgete di chi conosce l'educazione: le aziende serie poche quelle italiane rispondono a TUTTE le mail pervenute, SEMPRE). Le digressioni sono dovute, sorry: enfatizzano la differenza di vita tra noi e le Maldive, pur sempre un posto turistico, ma costruito nel rispetto di una cultura, quella islamica, che deve poterci campare bene. Si veda, le donne che aiutano a tenere pulita l'isola: vorrei fare un sondaggio tra chi pensa che usino, al posto delle normali scope occidentali in dotazione all'housekeeping, quei bastoncini legati assieme, a mò di rafia, stando chinatissime per spostare la polvere e accumulare le foglie morte in tanti piccoli mucchietti, vestite e bardate come si usa, mentre chiacchierano sempre con qualcuno al cellulare...perché a) sono brave donne tradizionaliste e ci tengono a differenziarsi dalle donne occidentali per orgoglio; b)sono costrette dal governo maschilista; c)sono in toto troppo ignoranti o pigri per pensare di cambiare qualcosa che funziona abbastanza bene; d)è folkloristico.
Sta di fatto che il maldiviano medio non prende oltre l'equivalente di € 300 di stipendio o salario ALL'ANNO. Date pure la mancia. I loro figli non la sprecheranno...
Siamo arrivati a Malpensa con un'ora e venti di anticipo, raddoppiando la fortuna dell'intera esperienza di viaggio.
No, non ho pianto sul volo di rientro. Nostro figlio ci attendeva a casa e noi dovevamo raccontargli di tutto questo.
Era qualche anno che sognavo questo viaggio. Dall'ultima volta che c'ero stata per lavoro, quattro anni fa, prima della nascita di mio figlio. Per Claudio era la prima volta. Aveva vissuto con me tutte le mie visite di lavoro, indirettamente, attraverso racconti e foto e, così, si riteneva preparato a quanto avrebbe vissuto...
Per quanto turistiche nel peggior senso possano essere, le Maldive conservano il posto tra i più bei luoghi del nostro pianeta, a pieno diritto. Perciò mi infastidisce quando vengono tacciate di meta "noiosa", per innamorati e basta, oppure troppo "artefatte" per vacanze avventurose. Gente, qui siete nel bel mezzo dell'oceano indiano, tra persone che non hanno mai visto un cavallo probabilmente, oltre a un sacco di altre cose normali per noi; persone che ti aiutano con la loro serenità a sentirti più sereno, anche se non condividi le loro usanze. I cani volanti sorvolano la piscina, mentre gli squali circolano nelle acque più fredde del reef esterno. Tu sei in mezzo a tutto questo e ti sembra tutto NORMALE. Perché LO E'! Ti rendi conto di fare parte di tutto questo, della natura, perché se qualcosa esiste, per quanto "strana" è sempre frutto e parte delle natura stessa e quindi...normale che esista! Le epifanie che capitano a chi viaggia con i sensi aperti, anche virtualmente, sfogliando un libro, ma non a chi si ostina a pensare di essere impermeabile alle cose che ci circondano. Vivere intensamente è fantastico, e ci sono luoghi, come le Maldive, dove vivere intensamente è più facile.
Pragmaticamente, sarà anche perché vogliamo profittare del prezzo pagato per andarci...!
Per fortuna noi siamo stati baciati fin dal principio, poiché per una serie di circostanze il nostro viaggio proveniva da un'offerta superscontata (€ 1.830 totali: 2 adulti in soft all-inclusive con upgrade in o.w. bungalow, tasse e adeg.carburante dell'ultima ora incluso).
Tre mesi di anticipazione e raccolta informazioni. In questo MondoMaldive non lo batte nessuno: per organizzazione, qualità e numero di informazioni, gestione da parte degli amministratori e intelligentissime iniziative (vedi prestito SIM) non c'è un paragone. Spero di aggiungere con questo racconto ricchezza al sito, infatti. Come diceva Dostoevskij, ognuno di noi è responsabile per tutto e per tutti: se possiamo fare qualcosa e ci asteniamo dal farla, se possiamo aiutare ma non muoviamo un dito...be', sappiamo cosa siamo, giusto? Anche per questo, metà della valigia (un solo trolley, 65 litri, basta per due persone, incluse racchette da badminton e attrezzatura snorkeling!!) l'ho riempita con giochi e vestitini per bimbi da regalare alla gente dell'isola dei pescatori (Huraa)_(Chaaya Island è invece Kanu Huraa, "grande" Huraa). Fatelo, non costa nulla e non offendete nessuno. Io ho lasciato un pacco col fiocco in stanza alla fine del viaggio, con un biglietto per Ibrahim, un bell boy che abita ad Huraa.
La valigia nel mio armadio già un mese prima di partire, la imbarchiamo su un Airbus 330 di Eurofly con un anticipo di 50 minuti. Arriveremo a Male con 1 ora e mezza di anticipo. Viaggio notturno comodissimo poiché aereo mezzo vuoto e quindi ci siamo appropriati di due intere file centrali per sdraiarci e dormire + ottima gestione da parte del comandante dei display personali: il cockpit li ha spenti. Sì, la scusa è che non funzionava il sistema di intrattenimento, ma il sospetto (fondato, parlo per esperienza) è che si volesse far passare velocemente e in maniera riposante la crociera aerea, e quindi si sia deciso di impedire ai soliti di eccedere col disturbo, non dando altre alternative al...sonno!) Quindi, atterraggio perfetto, con me e Claudio che ci siamo già semi-snudati al risveglio in aereo. Quindi niente spiacevole botta di calore.
Velocissimo sbarco e incontro con Monica, stressatissima ma professionale referente Phone&Go, residente al Dhonveli da Giugno e responsabile di 5 resort. Barca veloce a disposizione in 20 minuti e approdo al Dhonveli in altri 20, tragitto panoramico incluso. Da manuale.
Ah, io ho pianto non appena tirato su l'oscura finestrino e ho visto l'oceano sotto e un attimo dopo gli atolli.
Era già TROPPO. Troppo natura, troppo vero, troppo MIO MIO MIO!
La giornata è parzialmente coperta. Ci si scotta lo stesso e fa caldo. Caldo. Caldo e ventilato. caratteristica dell'isola è la posizione parzialmente esterna rispetto alla barriera oceanica, per cui è spazzata da correnti sia ventose che marine. In continuazione. Impatto all'arrivo all'isola: non male, non lussuoso, né particolarmente selvaggio. La giusta misura tra le due cose. Ho visto di meglio esteticamente parlando, ma poi c'era sempre qualcosa che compensava al contrario (vicinanza all'aeroporto, cucina, stanze...). Eppoi...mi sono dovuta ricredere col passare dei giorni e delle ore. Quel che sembra maltenuto, è in realtà letteralmente eroso dall'aria e dall'acqua! Su quest'isola ci lavoreranno in 500 persone, la vegetazione è bellissima, con piante anche rare e profumi esotocissimi, lo spa ha personale ultra qualificato, gli chef sono chef e i camerieri sono veramente come si deve (gentili, puntuali, veloci, corretti), l'housekeeping è addirittura eccezionale, in Italia
solo strapagando (e in Francia nemmeno in tal caso...) ti sistemano la stanza così bene, due volte al dì!
Abbiamo visto lavori di manutenzione tutta la settimana (lo intendo in senso positivo), alcune parti del resort esistono solo dal 2004, per cui ci siamo accorti che è la natura stessa che combatte per distruggere le strutture messe in piedi dall'uomo. E l'uomo cerca di porvi rimedio. E' quindi piacevole anche vedere questa "lotta" andare avanti, con la ruggine che sale lungo le palafitte, inesorabile, mentre i maldiviani sono ancora impegnati a risistemare i tetti dei bungalow quasi divelti dal vento...!
Niente animazione. Esatto: questo resort non è roba da italiani. In alta stagione, forse c'è stato qualcosa, ma nella maggior parte dell'anno, essendoci pochissimi ospiti italiani (eravamo in 13 su 150 e ne abbiamo visti "dal vivo" solo 2), gli animatori li chiudono nel baule...eheh... In realtà, anche i ragazzi italiani del diving mi sono sembrati un po' sottotono, con uno che continuavamo a "beccare" in giro per i sentieri dell'isola, neanche si degnava di abbassare la voce o scostarsi per fare passare gli ospiti, mentre si lamentava con parenti e amici a casa del lavoro e di quanto lo pagassero...!! Vabbe', se uno è un professionista serio...
Anche per questo, non abbiamo fatto diving.Avendo scelto di fare una vacanza rilassante, abbiamo escluso a priori: diving, escursioni massacranti, trappole per turisti. on siamo quindi andati a Male. Non siamo andati sull'isola dei pescatori, né da nessuna altra parte che non fosse raggiungibile a piedi e l'siola è di medie dimensioni: si cammina parecchio anche solo per le normali necessità. Posso dire che le attività non sarebbero mancate: pesca al bolentino all'alba o al tramonto, isola dei pescatori, picnic su isola deserta, visita a Male, sorvolamento atollo con possibilità foto aeree, crociera su barca con fondo trasparente, cena a lume di candela, snorkeling guidato...
Nemmeno la cena a lume di candela, dopo aver visto le quattro coppie messe in fila sulla spiaggia, colpita dal vento ventoso , servita da camerieri frettolosi. Niente scene da copione, grazie. Se non te la senti, non è spontaneo, non c'entra nulla...non lo fare. Molte escursioni sono valide, anche se fanno salire il prezzo dell'esperienza. Devo dire che se avessimo portato anche nostro figlio di 4 anni, forse alcune le avremmo fatte, ma si sa, un sacrificio fatto per amore non è più un sacrificio...
Ad esempio, l'unica escursione di cui nessuno parlava in qualche modo male, anche se gli anglosassoni non parlano male con gli sconosciuti di norma, è quella all'isola dei pescatori. Ma non saprei esprimermi.
Per noi è stata una segregazione volontaria su di un'isola nel mezzo dell'oceano, con sconosciuti che parlavano perlopiù un larghissimo inglese (australiani) e uno stretto britannico; tutti bevevano moltissimo.
Tranne gli italiani, sospetto che i TO di tutti gli altri Paesi vendano l'all inclusive alcolico a tutto spiano. Niente male, per noi che usavamo il ristorante riservato agli o.w., che sta accanto al Pasta Point, mitico e ha tutta una storia affascinantissima, bar dei surfisti. Qui ci fermavamo dopo cena, e anche dopo pranzo a volte, a bere un té o una bibita (alcuni succhi, bibite gassate, té, caffè americano e acqua sono a disposizione 24 su 24 in tutti e tre i bar dell'isola, mentre tra le 16 e le 18 al sunset bar, che è quello centrale, vicino alla piscina, offrono uno snack dolce e salato). Al Pasta Point ci fermavamo a giocare a carte, oppure a biliardo, oppure a consultare internet con le schede prepagate per la wi-fi. Qui, come al sunset, tra i mobili di legno che arredano gli interni, ci sono due madie, un poì consunte, come si confà, piene di libri lasciate dai praticanti il book crossing. Ne ho letti quattro in una settimana e ne ho lasciati un paio di quelli che avevo portato che sono andati ad aggiungersi agli altri due in lingua italiana già presenti. In effetti, metà dei libri era in lingua inglese, il restante in lingua: giapponese, russa, francese).
A proposito di giapponesi: grazie a loro l'isola si animava e colorava ogni giorno. Tutti alloggiavano almeno negli o.w., oppure nelle suites. Diciamo che se gli australiani di mezz'età, stile l'irlandese Hemingway si facevano molto riconoscere per sorriso stampato sulle facce segnate da sole e salsedine, fare spiccio e risate sonore, dall'altra i moltissimi giapponesi ci regalavano momenti da cartone animato vero e proprio.
Simpatiche le famiglie con bimbo educatissimo a tavola. Simpaticissimi i gruppi di amici con parasole in carta e elegantemente vestita lei, stile fotoreporter lui; meno simpatici i cinesi in gruppi da 8 con visi cinerei e tristi che restavano solo qualche giorno e non mettevano poiedie in acqua.,,purtroppo per loro.
Ogni giorno si sposava qualcuno sull'isola, sempre giapponesi giovanissimi: lei passava tutto il giorno a farsi immortalare in abito da sposa sotto il sole con qualunque sfondo, ma sempre nella stessa posizione: in piedi con la testa reclinata di lato verso il braccio alzato con mano che fa il segno di "VIVA!"...cartoni animati...
Ah, lo sposo, o il fotografo, non saprei dire se si divertiva.
Molte persone grasse, soprattutto i belgi e i russi. Le inglesi più alte e robuste di un uomo medio italiano. Gli australiani, ancora, simpatici. Alcune donne che, forse perché si sentono in dovere di sedurre ovunque vadano, forse perché in viaggio col ragazzo o il marito novello, facevano le solite sfilate di moda per venire a cena. Ma la maggioranza, inaspettata, di ospiti sono famiglie con prole. Poi vengono le coppie. Poi i surfisti che viaggiano singoli o in gruppo e si divertono come pazzi, apparentemente.
Osservare tutto questo, in superficie, poi immergere la testa nell'acqua della laguna, 33°C garantiti tutto l'anno...un altro mondo. Suoni ovattati, colori accentuati, movimenti fluidi, occhi scrutatori di animali che non vedi tanto spesso, se non nei cartoni della Disney. Solo per quelle mezz'ore di snorkeling amatoriale, mi commuovo a pensarci, tornerei immediatamente a pagare per recarmi alle Maldive.
Forse è meglio non spiegare l'emozione, meglio consigliare di provarla di persona. Se avete figli, staccateli da davanti al televisore e portateli in questi posti! Sono soldi ben spesi.
L'acqua e molto salata e ti sostiene quando fai snorkeling o "nuoti". Scendere di quattro metri sott'acqua è una fatica! Lì fa più freddo, ci sono gli squaletti e le razze (stessa famiglia, mi risulta), però. Il sole in superficie è ustionante e ti colora senza che tu te ne renda conto a causa del vento e delle nuvole che passano veloci (quando ci sono). Fattore protezione 50 e si va sul sicuro. Sono sconsigliabili cavolate da questo punto di vista. E anche da questo: l'isola ha un reef esterno, molto bello, che non si potrebbe visitare da soli, ma solo accompagnati dal personale del diving. In realtà è tollerato che gli ospiti ci si avventurino sia a piedi, dove si tocca, che a nuoto (solo con pinne!). Però, non aspettatevi che nessuno si tuffi e cerchi di ripescarvi se venite trascinati al largo dalla corrente. Chi ci ha provato non è più qui per dirvi come è andata. Qui ci troviamo in mezzo ad un mare molto vasto e molto vivo e noi siamo molto piccoli e deboli a confronto di tutto quello che riusciamo a vedere prima che l'occhio si perda nell'orizzonte e si ricominci a filosofeggiare sul
significato della vita (umana, perché le bestie sanno perfettamente cosa ci fanno qui).
La piscina è un altro posto che abbiamo frequentato: acqua dolce per lavarsi via il sale, tanto per
cominciare; buona temperatura; tranquillità; ho letto due libri seduta in acqua bassa, sorseggiando coca cola, mentre un cane volante si nutriva dei frutti della palma da dattero e una papera scivolava sull'acqua della vasca mosaicata, indisturbata dagli ospiti della sua isola. Che fosse quello John Keels??!
Il ristorante, certo. Tre pasti al giorno sono forse troppi per chi è abituato a vivere e lavorare nella zona di Milano, tra auto, uffici, cantieri e le corse per spostarsi da un appuntamento all'altro. Qui sono perfetti per far: 1) passare il tempo e scandire la giornata; 2) riempire lo stomaco, perché si consuma un sacco quando si passa la maggior parte del tempo a bocca aperta, per la meraviglia. Non ci possono entrare insetti, perché l'isola è periodicamente disinfestata, ma l'acqua e l'aria salata sì, e queste acuiscono il senso di fame.
Comunque, nonostante tutto, noi non siamo ingrassati in una settimana. Carne buona, pesce buonino, verdure scottate buonissime, pasta ECCEZIONALE (MOLTO meglio di come la cucini io...), dolci così così.
Diciamo che siamo nella media di molti altri resort, ma non arriviamo alle punte di raffinatezza dei Club Med (niente SASHIMI, tanto per cominciare...). Non andateci per il cibo, ovviamente. Anzi, ITALIANI; NON ANDATECI PROPRIO: il bello di quest'isola è l'esiguità di numero dell'uomo italico medio che si incontra!
Sono disponibile per altre informazioni a chiunque necessiti; io risponderò, differentemente da quanti ho contattato prima di partire noi stessi, gli ultimi partiti per il Dhonveli prima di noi, che non si sono degnati di dare un feedback alle mie mail (chiedevo che tempo avesse fatto, dopotutto non era una risposta lunga da dare...ma anche nelle mail di lavoro vi accorgete di chi conosce l'educazione: le aziende serie poche quelle italiane rispondono a TUTTE le mail pervenute, SEMPRE). Le digressioni sono dovute, sorry: enfatizzano la differenza di vita tra noi e le Maldive, pur sempre un posto turistico, ma costruito nel rispetto di una cultura, quella islamica, che deve poterci campare bene. Si veda, le donne che aiutano a tenere pulita l'isola: vorrei fare un sondaggio tra chi pensa che usino, al posto delle normali scope occidentali in dotazione all'housekeeping, quei bastoncini legati assieme, a mò di rafia, stando chinatissime per spostare la polvere e accumulare le foglie morte in tanti piccoli mucchietti, vestite e bardate come si usa, mentre chiacchierano sempre con qualcuno al cellulare...perché a) sono brave donne tradizionaliste e ci tengono a differenziarsi dalle donne occidentali per orgoglio; b)sono costrette dal governo maschilista; c)sono in toto troppo ignoranti o pigri per pensare di cambiare qualcosa che funziona abbastanza bene; d)è folkloristico.
Sta di fatto che il maldiviano medio non prende oltre l'equivalente di € 300 di stipendio o salario ALL'ANNO. Date pure la mancia. I loro figli non la sprecheranno...
Siamo arrivati a Malpensa con un'ora e venti di anticipo, raddoppiando la fortuna dell'intera esperienza di viaggio.
No, non ho pianto sul volo di rientro. Nostro figlio ci attendeva a casa e noi dovevamo raccontargli di tutto questo.