La Barriera corallina alle isole Maldive
Le barriere coralline o reef sono strutture costituite dal resti di piccoli organismi marini, principalmente un gruppo di madrepore coloniali definite coralli calcarei o coralli duri. I reef corallini occupano circa 300.000 kmq nei mari poco profondi di tutto il mondo, essendo cresciuti gradualmente via via che gli organismi che ne formano la superficie viva si moltiplicano, si diffondono e muoiono, aggiungendo il proprio scheletro a quelli già accumulati. Le formazioni coralline sono fra gli ecosistemi più complessi e più belli della Terra e ospitano una fantastica varietà di animali e altri organismi. Sono anche fra gli ambienti più sfruttati ed economicamente preziosi.
TIPI DI FORMAZIONI
I reef si dividono in tre categorie principali: scogliere di frangenti, barriere e atolli. I reef di frangenti sono i più comuni. Si formano lungo la terraferma, dalla quale sono separati poco o nulla, e hanno sviluppo verticale, per la crescita di madrepore costruttrici su parti di piattaforma continentale. Le barriere sono più estese; fra loro e la costa si interpone un tratto di mare, una laguna, che può misurare parecchi chilometri con profondità di decine di metri. Gli atolli sono strutture anulari con una laguna al centro, quasi sempre a notevole distanza dalle masse continentali, come nel Pacifico del sud o nell’oceano Indiano. Parti di atolli e barriere spesso emergono dal mare come basse isole; sono generate dall'azione delle onde, che depositano i frammenti di corallo staccati dalla barriera. Esistono altri due tipi dì reef i reef isolati, di dimensioni limitate, che si sviluppano all'interno di lagune o altri tipi di barriere, e i banchi corallini, che includono diverse strutture a scogliera, apparentemente non collegate alla costa.
FORMAZIONE DELLE BARRIERE I singoli animali costruttori dei coralli sono detti polipi. Gli individui del gruppo principale, quello dei coralli duri, secernono scheletri esterni calcarci che, alla morte degli animali, si accumulano sul substrato. I polipi vivono in colonie e la quantità dì scheletri accumulati è tale da produrre strutture imponenti e di forme svariate. Un contributo alla vita dei coralli è la presenza, tra i polipi, di minuscoli organismi vegetali chiamati zooxantelle, che soddisfano buona parte del fabbisogno nutrizionale delle colonie. Altri organismi che aggiungono i propri resti scheletrici alla barriera sono molluschi ed echinodermi. Danno il loro apporto anche brucatori e perforatori, che riducono gli scheletri delle madrepore in sabbia che riempie gli interstizi. Alghe e altri organismi incrostanti contribuiscono a cementare insieme sabbia e frammenti di corallo. In genere le barriere alternano periodi di sviluppo impetuoso a intervalli di accrescimento lento.
DISTRIBUZIONE DEI REEF
I coralli duri vivono in acque limpide, illuminate e poco profonde, con temperature minime di 18 °C, preferibilmente intorno a 25-29 °C. Le condizioni ottimali comprendono una salinità dell'acqua pari a 36 partì per mille, moto ondoso scarso e pochi depositi di origine fluviale. Ambienti simili si trovano solo in alcune aree tropicali e subtropicali.
Le tre grandi aree sono la Regione Atlantica e la parte orientale del Pacifico che sono geologicamente legate, l'Oceano Indiano e i mari dell'Asia sudorientale e l'Oceano Pacifico.
Le Maldive sono una delle aree coralline più conosciute al mondo. L'arcipelago, composto da 26 atolli, conta oltre mille isole madreporiche, alcune in fase ancora di formazione, si estende per 800 chilometri. In esso i reef assumono la particolare conformazione di atollo. Hanno forma circolare, che racchiude all'interno del loro perimetro costituito da scogliere madreporiche, una laguna la cui profondità può arrivare agli 80/100 metri.
Uno dei più grandi atolli conosciuti è quello di Suvadiva, posto a sud dell'arcipelago, lungo circa 70 chilometri e largo 55.
BIODIVERSITÀ Oltre ai coralli costruttori delle barriere, le acque calde e ben illuminate delle formazioni sono popolate da una grande varietà di altri animali e di alghe marine. Le barriere più ricche e nelle migliori condizioni ospitano migliaia di specie di pesci e altri vertebrati marini, come le tartarughe; sono rappresentati anche i principali gruppi di invertebrati. Questi includono spugne, vermi, anemoni e coralli non costruttori (quali le gorgonie), crostacei, molluschi (fra cui chiocciole, vongole e polpi) ed echinodermi (ricci di mare e affini). Ogni nicchia, ogni fessura della scogliera viene utilizzata da qualche animale come nascondiglio o riparo. Tutti gli organismi della barriera fanno parte di una rete complessa di relazioni. Molti sono anche associati ad altre creature in rapporti mutualistici di reciproco vantaggio.
L'IMPORTANZA DEI REEF I banchi corallini hanno un valore inestimabile per più motivi. Prima di tutto, costituiscono una barriera protettiva per isole e coste che altrimenti sarebbero erose dalle onde. In secondo luogo, i reef sono altamente produttivi e creano una quantità di biomassa vivente superiore a qualsiasi altro ecosistema marino, fornendo così un'importante risorsa alimentare per le popolazioni costiere. Terzo, a parità di superficie sostengono molte più specie di qualsiasi altro ambiente marino. Oltre alle già note specie di barriera, gli esperti ipotizzano che nei reef e nei loro dintorni potrebbero vivere milioni di organismi ancora non identificati. Tale biodiversità ha un ruolo nella ricerca medica: molti organismi che popolano le aree dove si sviluppano i coralli contengono sostanze dalle potenti proprietà biochimiche, attualmente studiate come possibili farmaci per la cura di artriti, tumori e altre malattie. Infine, si reef favoriscono lo sviluppo delle economie locali con il turismo, attirando appassionati di snorkeling e subacquei.
REEF VULNERABILI Vari tipi di sollecitazioni possono danneggiare i reef. Quelle legate all'uomo includono gli effetti dell'inquinamento costiero, dello sviluppo incontrollato dei litorali e del turismo subacqueo. Altri problemi vengono dal prelievo di coralli e altri organismi per gioiellerie e acquari, dalla demolizione delle madrepore per l'estrazione di materiali da costruzione e dalle tecniche di pesca distruttive. Tra le cause naturali ci sono tempeste tropicali e morie di massa degli animali che contribuiscono al benessere dei reef. Lo sbiancamento dei coralli, legato all'aumento della temperatura, è particolarmente preoccupante. I reef hanno buone capacità di recupero a traumi naturali periodici, ma soccombono, a sollecitazioni molteplici e ripetute. Secondo recenti stime, due terzi dei reef dei mari caldi rischiano di scomparire nel prossimo futuro.
SBIANCAMENTO DEL CORALLO (Coral Bleaching) La perdita di colore dei coralli costruttori si ha quando i minuscoli organismi che danno colore alle formazioni, le zooxantelle, vengono estromessi dai polipi oppure perdono il proprio pigmento. Nei casi estremi sì può verificare Ia morte del corallo. Vari fattori possono causare lo sbiancamento, tra cui inquinamento e aumento della temperatura degli oceani. Negli ultimi decenni sono stati registrati parecchi eventi di sbiancamento di grande portata. Nel 97 e 98 il fenomeno del Niño, un'anomalia termica, provocò un'innalzamento delle temperature delle acque superficiali costiere prolungato per diverse settimane: quasi il 90?i coralli morirono. Oggi la situazione è in netto miglioramento e i reef si stanno riempendo di nuove colonie di coralli. Gli effetti del niño sono però purtroppo ancora visibili.