Immersioni effettuate in ambiti ed ambienti particolari nei quali non vi sia un accesso diretto alla superficie o senza luce solare
a cura di Walter Flavio Camillo
Si parla di subacquea tecnica per quelle immersioni effettuate in ambiti ed ambienti particolari nei quali non vi
sia un accesso diretto alla superficie o senza luce solare. Tra questi vanno annoverate le immersioni in grotte e caverne e le immersioni nei
relitti.
Le particolarità dei profili di queste immersioni prevedono molto spesso tappe di decompressione accelerate, in più stadi di profondità
durante la risalita in superficie.
Profondità
Il concetto di profondità e limitazioni che questa comporta dipendono direttamente ed inscindibilmente dall’evidenza scientifica che
l'aria (atmosferica) è metabolizzabile dal corpo umano fino ad una profondità di circa 35-40 metri, al di sotto dei quali
sopraggiungono problematiche relative alla narcosi da azoto.
In profondità, inoltre, l’aumento della pressione provoca l’aumento della soglia di tolleranza all’ossigeno (definita anche
“tossicità dell'ossigeno”.
Sul punto, si rimanda a quanto già argomentato in questo articolo.
Per ovviare a questi inconvenienti fisiologici, la ricerca scientifica ha introdotto nella subacquea l’utilizzo di miscele diverse dalla
comune aria atmosferica; miscele che aumentano il fattore di rischio e richiedono quindi un'addestramento specifico superiore a quello richiesto per
un'immersione ricreativa.
Miscele
In relazione alle necessità di ciascuna immersione tecnica ed alle profondità da raggiungere, l’aria compressa (che ricordiamo
essere composta da una miscela di circa il 79 % di azoto + circa il 21 % di ossigeno ed altri gas rari in proporzione infinitesimale), comporta una
serie di problematiche fisiologiche: la respirazione di mix di gas con una concentrazione di ossigeno pari a quella dell'aria (circa 21 %) a
profondità maggiori di 55 metri risulta assai pericolosa per via della tossicità dell'ossigeno.
La tossicità dell’ossigeno può causare sintomi gravi, come allucinazioni visive e uditive, perdita del controllo muscolare e
sincope. L'aumento della profondità provoca la narcosi da azoto, che può essere prevenuta però aumentando la percentuale di
elio nella miscela respirata, che diminuisce anche la tossicità dell'ossigeno.
Per questi motivi sono state introdotte altre miscele gassose, che possono essere ricondotte a questi termini: nitrox, trimix,
heliox e heliair.
Nitrox - è aria arricchita di ossigeno, in cui la frazione percentuale di azoto è diminuita in relazione all’aumento
della percentuale di ossigeno fino al 40 % nell’immersione ricreativa, anche oltre il 40 % nell’immersione tecnica.
Trimix - è una miscela di gas composta da ossigeno, elio e azoto, in percentuali variabili in relazione a diversi parametri.
Heliox - per immersioni molto profonde, il livello di ossigeno può essere ulteriormente ridotto e l'azoto rimpiazzato
completamente dall'elio.
Heliar - è una miscela composta solo da elio ed aria compressa.
L'utilizzo dell'elio comporta numerosi vantaggi: viene eliminato più velocemente dall'organismo, non penetra facilmente nei tessuti lenti,
non provoca narcosi ed è poco denso, il che rende più facile il compito di respirare in profondità.
Ma l’elio ha un indice di conduzione del calore cinque volte più veloce dell'aria con la spiacevole conseguenza, per il subacqueo di
soffrire più rapidamente i sintomi del freddo.
Tappe di decompressione
Un altro limite che contraddistingue l'immersione tecnica è determinato dal tempo di durata dell’immersione.
Le immersioni profonde, per le ragioni precedentemente esposte richiedono tappe obbligate per la decompressione (deco).
Le deco comporterebbero tempi assai lunghi che vengono sensibilmente ridotti usando miscele ad alto contenuto di ossigeno, come il Nitrox ed anche
con ossigeno puro (dalla profondità di 6 metri alla superficie).
Tale necessità sorge poiché i gas metabolicamente inerti, come l’azoto e l’elio, sono assorbiti dall'organismo tramite la
respirazione in profondità in presenza, quindi, di condizioni di elevata pressione.
Necessita, quindi, consentire al corpo umano un rilascio graduale di tali gas dai tessuti per prevenire problemi come la malattia da decompressione.
Preparazione e forma fisica
Quanto sviluppato in precedenza non può che portare ad una serie di importanti considerazioni:
1) l’immersione tecnica richiede una conoscenza capillare della fisica e della fisiologia subacquea, unita ad una preparazione specifica ed
approfondita;
2) è necessaria una forma fisica perfetta non discinta da una elevata capacità di controllo psico-emozionale;
3) è necessaria un'attrezzatura specifica, assai più complessa dell’attrezzatura standard normalmente utilizzata nelle
immersioni ricreative. .
Ciao a tutti.
Walter