- 09/02/2009 mik
Eccoci qui, in aeroporto pronti per la nostra sesta volta alle Maldive, con altri due malati come noi, di quel cielo e di quel mare.
La scelta è caduta su Angaga perché l’anno scorso non avevamo trovato posto quindi la prenotazione la facciamo a luglio (tanto per essere sicuri) con TO tedesco e volo Qatar.
Notiamo subito che il volo non è pieno, è lo stesso periodo del 2008 ma molti sedili sono liberi, così riusciamo a stenderci e a viaggiare più comodi. Dopo lo stop a Doha ripartiamo con un aereo più piccolo, anche questo con molti posti liberi…la nostra méta si avvicina sempre più. L’arrivo a Male è in orario anche se il traffico aereo ci fa restare in quota sopra la capitale per circa 30 minuti, non ci aiuta neanche il brutto tempo, l’aereo balla, i vuoti d’aria mi fanno stare male. Per fortuna tocchiamo terra. Il cielo è completamente coperto, ci saluta la pioggia che cade insistentemente. La nostra preoccupazione è tanta, è la prima volta che ci accoglie il brutto tempo e non abbiamo il coraggio di chiedere da quanto è così….quindi e cerchiamo di pensare positivo, 15 giorni non potranno comunque essere brutti. Due ore di attesa per l’idro e poi via verso Mirihi dove ad attenderci c’è il dhoni di Angaga. Il cielo è scuro, è mezzogiorno ma sembrano le 6 di sera, il mare è mosso. Ci lasciamo la giornata alle spalle e andiamo a riposare stanchi dal viaggio. Il bungalow è veramente carino, letto in bambù, cabina armadio, bagno maldiviano parzialmente all’aperto, bollitore per tè (ce ne sono un sacco di tipi) e caffè ed una bella altalena che accoglierà noi, i nostri amici e le nostre chiacchiere alla fine di ogni giornata. La sera, al ristorante con pavimento di sabbia, ci aspettano i gamberoni alla piastra che ritroveremo tutti i giovedì e domeniche sera. C’è un bel buffet di verdura non condita (le salse e gli olii sono a parte), carne e pesce alla piastra non mancano mai così come due tipi di pasta. Dolci, gelato, formaggio, frutta sempre presenti. Il nostro cameriere è decisamente simpatico. La clientela è prettamente tedesca con qualche infiltrato giapponese ed inglese. Per i primi 10 giorni siamo gli unici 4 italiani. L’isola è molto bella, si gira in 15 minuti, la sabbia come sempre è bianca e soffice. Il nostro bungalow è nel lato più ventilato in questo periodo (nord-est) e per fortuna dico io, altrimenti al sole non si riuscirebbe a stare. Il solo problema è che alle 16 la spiaggia va in ombra così, armati di teli mare e libro, emigriamo alla lingua di sabbia dove il sole c’è fino al tramonto. Passiamo due giorni in completo relax e poi via al diving. Per noi è un po’ una delusione: i ragazzi tedeschi non sorridono mai, l’ordine è quasi maniacale (tutti gli snorkel rivolti da un lato, così come le fruste gialle degli erogatori, le bombole con i rubinetti rivolti tutti nello stesso senso, il tavolo con i libri e i timbri perfettamente allineati. La stanza dove si asciugano le mute è linda come uno show room. Il diving è sulla spiaggia, due gradini lo separano dalla sabbia, i cartelli indicano di lavarsi i piedi prima di accedervi per non sporcare. A parte ciò, i siti di immersione vicino all’isola sono molto belli, da madivaru a broken rock, alle varie thila passando per l’intera giornata alla ricerca dello squalo balena. Ogni immersione ci riserva sempre belle sorprese. Persino quella in house reef è risultata divertente a causa di un branco di remore appiccicose, ma non si è formato, come ci capita al solito, il gruppo di sub che a fine immersione si confronta (anche in inglese magari) e si scambia sorrisi per ciò che si è visto, ”l’iceberg del Titanic aleggia sopra di noi”. Le giornate comunque trascorrono tranquille all’insegna del sole e del mare, e d’altra parte noi non abbiamo bisogno d’altro. Albeggia, sono le 6.30 del mattino, siamo alla pagoda in attesa dell’idrovolante, questa volta riusciremo a vedere Angaga dall’alto. Sarà una bella giornata anche oggi…..per tutti coloro che restano. Il nostro volo parte in perfetto orario, rientriamo con la tristezza che abbiamo imparato a conoscere e con la certezza che abbiamo imparato ad avere perchè l’anno prossimo saremo ancora qui alle Maldive.
La scelta è caduta su Angaga perché l’anno scorso non avevamo trovato posto quindi la prenotazione la facciamo a luglio (tanto per essere sicuri) con TO tedesco e volo Qatar.
Notiamo subito che il volo non è pieno, è lo stesso periodo del 2008 ma molti sedili sono liberi, così riusciamo a stenderci e a viaggiare più comodi. Dopo lo stop a Doha ripartiamo con un aereo più piccolo, anche questo con molti posti liberi…la nostra méta si avvicina sempre più. L’arrivo a Male è in orario anche se il traffico aereo ci fa restare in quota sopra la capitale per circa 30 minuti, non ci aiuta neanche il brutto tempo, l’aereo balla, i vuoti d’aria mi fanno stare male. Per fortuna tocchiamo terra. Il cielo è completamente coperto, ci saluta la pioggia che cade insistentemente. La nostra preoccupazione è tanta, è la prima volta che ci accoglie il brutto tempo e non abbiamo il coraggio di chiedere da quanto è così….quindi e cerchiamo di pensare positivo, 15 giorni non potranno comunque essere brutti. Due ore di attesa per l’idro e poi via verso Mirihi dove ad attenderci c’è il dhoni di Angaga. Il cielo è scuro, è mezzogiorno ma sembrano le 6 di sera, il mare è mosso. Ci lasciamo la giornata alle spalle e andiamo a riposare stanchi dal viaggio. Il bungalow è veramente carino, letto in bambù, cabina armadio, bagno maldiviano parzialmente all’aperto, bollitore per tè (ce ne sono un sacco di tipi) e caffè ed una bella altalena che accoglierà noi, i nostri amici e le nostre chiacchiere alla fine di ogni giornata. La sera, al ristorante con pavimento di sabbia, ci aspettano i gamberoni alla piastra che ritroveremo tutti i giovedì e domeniche sera. C’è un bel buffet di verdura non condita (le salse e gli olii sono a parte), carne e pesce alla piastra non mancano mai così come due tipi di pasta. Dolci, gelato, formaggio, frutta sempre presenti. Il nostro cameriere è decisamente simpatico. La clientela è prettamente tedesca con qualche infiltrato giapponese ed inglese. Per i primi 10 giorni siamo gli unici 4 italiani. L’isola è molto bella, si gira in 15 minuti, la sabbia come sempre è bianca e soffice. Il nostro bungalow è nel lato più ventilato in questo periodo (nord-est) e per fortuna dico io, altrimenti al sole non si riuscirebbe a stare. Il solo problema è che alle 16 la spiaggia va in ombra così, armati di teli mare e libro, emigriamo alla lingua di sabbia dove il sole c’è fino al tramonto. Passiamo due giorni in completo relax e poi via al diving. Per noi è un po’ una delusione: i ragazzi tedeschi non sorridono mai, l’ordine è quasi maniacale (tutti gli snorkel rivolti da un lato, così come le fruste gialle degli erogatori, le bombole con i rubinetti rivolti tutti nello stesso senso, il tavolo con i libri e i timbri perfettamente allineati. La stanza dove si asciugano le mute è linda come uno show room. Il diving è sulla spiaggia, due gradini lo separano dalla sabbia, i cartelli indicano di lavarsi i piedi prima di accedervi per non sporcare. A parte ciò, i siti di immersione vicino all’isola sono molto belli, da madivaru a broken rock, alle varie thila passando per l’intera giornata alla ricerca dello squalo balena. Ogni immersione ci riserva sempre belle sorprese. Persino quella in house reef è risultata divertente a causa di un branco di remore appiccicose, ma non si è formato, come ci capita al solito, il gruppo di sub che a fine immersione si confronta (anche in inglese magari) e si scambia sorrisi per ciò che si è visto, ”l’iceberg del Titanic aleggia sopra di noi”. Le giornate comunque trascorrono tranquille all’insegna del sole e del mare, e d’altra parte noi non abbiamo bisogno d’altro. Albeggia, sono le 6.30 del mattino, siamo alla pagoda in attesa dell’idrovolante, questa volta riusciremo a vedere Angaga dall’alto. Sarà una bella giornata anche oggi…..per tutti coloro che restano. Il nostro volo parte in perfetto orario, rientriamo con la tristezza che abbiamo imparato a conoscere e con la certezza che abbiamo imparato ad avere perchè l’anno prossimo saremo ancora qui alle Maldive.