- 14/04/2009 Markinof
A mezzanotte, puntuale come il più svizzero degli orologi, il B767-200 dell’Air Italy si è tuffato nel cielo nero di Bologna, per poi riemergere a mezzogiorno nell’azzurro, limpido e torrido cielo maldiviano.
In sequenza: foto all’aereo, controllo dei passaporti, negozietto Diraghu, telefonata a casa, banco Azemar, paglina e motoscafo con rotta verso Rannalhi. Sto invecchiando. Una volta, dopo undici ore di astinenza, avrei acceso subito la sigaretta…
Il pontile ci sta aspettando ad occhi chiusi, pregando che l’ormeggio sia morbido, ma il capitano non è in vena di grazie e approda con la delicatezza di un autoscontro.
Dopo una veloce fila alla reception, veniamo dirottati nel teatro per il consueto briefing di benvenuto. Lo staff Azemar, assieme ad un buon coctkail alla frutta, ci serve un breve elenco di informazioni riguardanti l’isola, il ristorante, le mance, il bar, le mance, il plancton “oto sensibile”, l’animazione soft, le mance e i teli sui lettini.
Prendiamo possesso delle camere e di un buon piatto di riso mangiato in zona Cesarini, poi archiviamo definitivamente scarpe, calzini, maglie manica lunga e jeans.
Armati di protezione 50 e costumino da bagno ci tuffiamo nell’Oceano Indiano, scrollandoci di dosso le ore di viaggio e i sedili Air Italy al limite dell’umanità.
Il giorno dopo usciamo dalle stanze con pinne, boccaglio e maschera - ovviamente già indossati – pronti per affrontare il reef e tutte le sue meraviglie. Uno spettacolo inenarrabile, pesci di ogni razza e colore, acqua sempre tiepida e baristi sempre pronti a servirti una buona birra fresca.
La prima cosa che viene in mente è il famigerato “salto nel blu” di “Alla ricerca di Nemo”. Per chi come me non è abituato alla pratica dello snorkeling maldiviano, è un impatto forte e ad altissima concentrazione di emozioni. E per chi, come me, è semicalvo, consiglio fortemente una bandana in testa per evitare spiacevoli ustioni al cuoio capelluto.
Consiglio anche di andare a fare snorkeling con i ragazzi dell’animazione, in modo da uscire un attimo dall’house reef e raggiungere certe secche che ospitano le tartarughe. Alberto (Beckam) e Danilo sono grandiosi nell’assistenza e nelle evoluzioni sottomarine.
E così scorrono i giorni, tra snorkeling, sole, birre e snorkeling.
Vorrei spendere due parole anche per il miniclub. Nonostante Ale&Vale fossero gli unici due mini abbonati della settimana, c’erano sempre Irene o Claudia pronte ad accoglierli ed intrattenerli con iniziative simpatiche, divertenti e, perché no, educative. Grazie ragazze!
Per quanto riguarda il ristorante, siamo rimasti molto soddisfatti. Il cibo è buono e i camerieri, opportunamente manciati, sono molto efficienti.
Insomma, Rannalhi è davvero un paradiso, dove le uniche voci che si sentono sono quelle dei corvi (erano corvi?), del mare e di Ale&Vale (erano i nostri figli).
Peccato per il pomeriggio di pioggia e i due pomeriggi nuvolosi.
Peccato per quei piccoli, ma fastidiosi, marchi di fabbrica tutti italiani che sono: i lettini occupati perennemente dai teli e i mozziconi di sigaretta.
Se vi dovesse capitare di passare una vacanza a Rannalhi, mi permetto di consigliare ciò che più volte è stato ribadito da Marzio (un signor capo villaggio): non occupate i lettini coi teli se poi non ne usufruite realmente, tanto basta chiederli e ve ne porteranno quanti ne vorrete. Siamo lì per rilassarci e non per fare la gara a chi si accaparra il lettino.
Inoltre l’isola è pieni di tubi verdi che contengono sabbia e che servono per contenere i mozziconi di sigaretta. Io e mia moglie viaggiamo col portacenere tascabile, ma siamo fissati, basterebbe utilizzare i suddetti tubi verdi!
Per concludere, mi ci sono voluti 12 minuti di mare, una birra e una paglia per dimenticare tutto lo scetticismo che mi ero portato dietro dall’Italia. Ammetto che sono andato alle Maldive per accontentare la moglie, per regalare un po’ di aria marina al figlio e perché l’opera di persuasione del VecchioMalmu e consorte è stata monumentale! Ora devo solo ringraziare tutti loro per avermi fatto assaggiare questa porzione di paradiso.
In sequenza: foto all’aereo, controllo dei passaporti, negozietto Diraghu, telefonata a casa, banco Azemar, paglina e motoscafo con rotta verso Rannalhi. Sto invecchiando. Una volta, dopo undici ore di astinenza, avrei acceso subito la sigaretta…
Il pontile ci sta aspettando ad occhi chiusi, pregando che l’ormeggio sia morbido, ma il capitano non è in vena di grazie e approda con la delicatezza di un autoscontro.
Dopo una veloce fila alla reception, veniamo dirottati nel teatro per il consueto briefing di benvenuto. Lo staff Azemar, assieme ad un buon coctkail alla frutta, ci serve un breve elenco di informazioni riguardanti l’isola, il ristorante, le mance, il bar, le mance, il plancton “oto sensibile”, l’animazione soft, le mance e i teli sui lettini.
Prendiamo possesso delle camere e di un buon piatto di riso mangiato in zona Cesarini, poi archiviamo definitivamente scarpe, calzini, maglie manica lunga e jeans.
Armati di protezione 50 e costumino da bagno ci tuffiamo nell’Oceano Indiano, scrollandoci di dosso le ore di viaggio e i sedili Air Italy al limite dell’umanità.
Il giorno dopo usciamo dalle stanze con pinne, boccaglio e maschera - ovviamente già indossati – pronti per affrontare il reef e tutte le sue meraviglie. Uno spettacolo inenarrabile, pesci di ogni razza e colore, acqua sempre tiepida e baristi sempre pronti a servirti una buona birra fresca.
La prima cosa che viene in mente è il famigerato “salto nel blu” di “Alla ricerca di Nemo”. Per chi come me non è abituato alla pratica dello snorkeling maldiviano, è un impatto forte e ad altissima concentrazione di emozioni. E per chi, come me, è semicalvo, consiglio fortemente una bandana in testa per evitare spiacevoli ustioni al cuoio capelluto.
Consiglio anche di andare a fare snorkeling con i ragazzi dell’animazione, in modo da uscire un attimo dall’house reef e raggiungere certe secche che ospitano le tartarughe. Alberto (Beckam) e Danilo sono grandiosi nell’assistenza e nelle evoluzioni sottomarine.
E così scorrono i giorni, tra snorkeling, sole, birre e snorkeling.
Vorrei spendere due parole anche per il miniclub. Nonostante Ale&Vale fossero gli unici due mini abbonati della settimana, c’erano sempre Irene o Claudia pronte ad accoglierli ed intrattenerli con iniziative simpatiche, divertenti e, perché no, educative. Grazie ragazze!
Per quanto riguarda il ristorante, siamo rimasti molto soddisfatti. Il cibo è buono e i camerieri, opportunamente manciati, sono molto efficienti.
Insomma, Rannalhi è davvero un paradiso, dove le uniche voci che si sentono sono quelle dei corvi (erano corvi?), del mare e di Ale&Vale (erano i nostri figli).
Peccato per il pomeriggio di pioggia e i due pomeriggi nuvolosi.
Peccato per quei piccoli, ma fastidiosi, marchi di fabbrica tutti italiani che sono: i lettini occupati perennemente dai teli e i mozziconi di sigaretta.
Se vi dovesse capitare di passare una vacanza a Rannalhi, mi permetto di consigliare ciò che più volte è stato ribadito da Marzio (un signor capo villaggio): non occupate i lettini coi teli se poi non ne usufruite realmente, tanto basta chiederli e ve ne porteranno quanti ne vorrete. Siamo lì per rilassarci e non per fare la gara a chi si accaparra il lettino.
Inoltre l’isola è pieni di tubi verdi che contengono sabbia e che servono per contenere i mozziconi di sigaretta. Io e mia moglie viaggiamo col portacenere tascabile, ma siamo fissati, basterebbe utilizzare i suddetti tubi verdi!
Per concludere, mi ci sono voluti 12 minuti di mare, una birra e una paglia per dimenticare tutto lo scetticismo che mi ero portato dietro dall’Italia. Ammetto che sono andato alle Maldive per accontentare la moglie, per regalare un po’ di aria marina al figlio e perché l’opera di persuasione del VecchioMalmu e consorte è stata monumentale! Ora devo solo ringraziare tutti loro per avermi fatto assaggiare questa porzione di paradiso.