- 02/07/2009 rena
Sognavo la mia luna di miele da anni. La sognavo, quand'ero più giovane, zaino in spalla in Patagonia.
Finché colei che sarebbe diventata mia moglie non mi fece scoprire la meraviglia di "andare al mare" in posti dove il mare è veramente bello, cristallino, limpido e caldo. Per me che ho sempre vissuto in una valle del Trentino, le occasioni sono sempre state pochissime, e "il mare" significava "alto adriatico", spiagge enormi e bollenti, stracolme di gente, mare troppo spesso di un indefinibile e inquietante colore troppo lontano dal blu. Poi, grazie a lei, scopro le Baleari, scopro Maiorca e la bellissima Playa d'Es Trenc, e cambio idea: due settimane di mare splendido, per chi ha l'occasione solo una volta ogni due anni di "andare al mare", sono quello che ci vuole.. sono certo che non mi stuferò.
E così in gennaio si va in agenzia, con l'idea dei tropici, una volta nella vita. L'idea è la Repubblica Dominicana, ma un catalogo Azemar in mano e un importante dettaglio ("a Santo Domingo c'è tantissima animazione"), ci fanno decidere in tempi brevissimi per le Maldive.
Le Maldive! Un sogno ad occhi aperti dal primo sguardo alle foto di presentazione! Resta da scegliere il resort: considerata la scelta del periodo, il budget e la prima volta per ciascuno di noi due, si va su Irufushi, isola nuova, con grande laguna cristallina, con molti confort che potrebbero alleviare le giornate di pioggia del periodo umido. Nessuno di noi due è sub, io non ho nemmeno mai messo le pinne in vita mia, e nessuno di noi due è un eccellente nuotatore, quindi andrà bene, ci diciamo.
Un lunghissimo conto alla rovescia e poi si parte!
IL VIAGGIO DI ANDATA. Dalla Val di Sole all'isola del sole, il viaggio è interminabile. Si tratta di prendere la ferrovia Trento-Malè-Marilleva, a Trento prendere il treno, cambiare a Verona, arrivare a Milano, trasferirsi in Cadorna con la metro per il Malpensa express e conservare un buon margine d'anticipo per eventuali ritardi. Risultato? si parte a mezzogiorno per decollare alle 23.35... Il volo Eurofly diretto per Malè è semivuoto e ci concede molta comodità, è possibile sdraiarsi senza problemi, i monitor singoli e le cuffie danno la possibilità di far passare il tempo (peccato per la ridicola censura dei film..) ed il volo notturno concilia il sonno. Le quasi dieci ore passano bene, il cibo è accettabile e gli assistenti molto gentili e disponibili. L'approccio alle Maldive è già da sogno: i colori lasciano senza fiato già dall'Airbus. Si scende la scaletta e ci si immerge nel caldo umido di Malè, sensazione incredibile per chi, come noi, non l'ha mai provata. Sbrigate molto rapidamente le operazioni di controllo passaporti, compilato un modulo sanitario (c'è allerta H1N1), ritirati i bagagli in un batter d'occhio, si va alla fila Azemar, che a un certo punto si sdoppia e molto rapidamente si va al check in della Maldivian Air Taxi. Volti sorridenti e via, immediatamente sul pullmino per l'idroporto. Ci accomodiamo nella sala d'attesa e dopo circa 45 minuti ci chiamano, si parte! Il volo di circa 50 minuti è bellissimo, anche se un po' di nuvole ogni tanto ci nascondono il panorama mozzafiato sulle isole.. l'idrovolante non è certo comodo, soprattutto per il caldo infernale della prima parte di volo e per il rumore assordante (beati tappi per le orecchie, portateveli!). Ad un certo punto la vedo, è lei: Irufushi! e mi accorgo subito che c'è un colore sinistro, un grigio ben poco "maldiviano" tutt'intorno all'isola. L'idrovolante comincia a girare nell'attesa di far passare il diluvio su Iru, ci rimaniamo una buona mezz'ora in più. I vuoti d’aria si susseguono e si iniziano a vedere volti molto pallidi a bordo, poi il pilota ci fa segno che è ok, si può ammarare. Il mare mosso della laguna ci fa fare 2 bei rimbalzi, vedo occhi sbarrati e un po’ di terrore.. ma va tutto bene, siamo arrivati!
Sul pontile di arrivo troviamo le assistenti Azemar a darci il benvenuto e un cameriere che ci porge le salviette fresche. La pioggia è finita e il sole picchia, i colori sono indescrivibili. Continuo a ridere come un bambino, è tutto bellissimo! Dopo un breve colloquio con le assistenti, qualche scartoffia e la consegna delle key cards, un buggy ci accompagna alla nostra Beach Villa. È la 232, la nostra segnalazione è stata accontentata, a nord lato alba (ma dalla spiaggia vedremo anche i tramonti), vicino al pontile nord delle overwater. Poco dopo arrivano anche i nostri bagagli, il personale si dimostra gentilissimo e sorridente. La nostra luna di miele ha inizio.
LA CAMERA. Definirla camera è riduttivo: noi infatti la chiamavamo istintivamente “casa”, viste le enormi dimensioni e la completezza. C’è proprio di tutto, due frigoriferi, bollitore, bustine di tè e caffè, ombrelli, lettore cd/dvd con impianto surround, tv lcd 32”, adattatore per le prese a tre lamelle, ampia scelta di alcolici e analcolici, snacks (a pagamento sia il bere che il mangiare), un divano, asciugacapelli, tavolino da trucco, armadio con cassaforte, bagno hollywoodiano con due lavabi, wc e bidet, doccia al coperto e all’aperto, idromassaggio, due lettini, un tavolino, un divano circolare, shampoo, doccia schiuma, saponette di cocco, sali per idromassaggio, kit da cucito, da barba, spazzolini, una serie infinita di asciugamani e salviette, accappatoi, ciabattine e teli mare. Davvero sontuoso, il bungalow.
Il letto è enorme e comodissimo – non avevo mai dormito in un letto con la “mensolina” (non so se si chiami così) in legno tutt’intorno, peccato che a casa un letto del genere non ci starebbe mai... Ci sono luci dappertutto, si fa addirittura fatica a capire quali interruttori comandino quali luci. La villa ha due ingressi: uno sul vialetto che porta alla “strada” principale interna, e uno che dà sulla veranda e sulla spiaggia. Sulla veranda si trovano due sedie e un tavolino e un altro divano, con la giara per sciacquarsi i piedi dalla sabbia. Tre metri di vialetto portano al gazebo in spiaggia, anche questo con ventilatore a pale, due sedie imbottite, tavolino ed enorme divano.
Tutto bello, grande e sfarzoso.. con delle pecche, che abbiamo notato anche di più a causa del cattivo tempo per quasi tutta la prima settimana.
Ci sono parecchie piastrelle crepate, sia nel bungalow che in bagno. Manca la torcia (più volte richiesta e mai rimpiazzata), quindi impossibile girare di notte all’infuori delle strade interne. Le finiture soffrono già l’uso, dopo nemmeno un anno. I divani all’esterno sono piuttosto sporchi e ammuffiti, la porta che dà sulla veranda è praticamente scassinata e da riparare, qualche educatissimo italiano ha dovuto scrivere il proprio nome sul tavolino del gazebo e.. nei pressi del gazebo troviamo 5 o 6 chiodi arrugginiti nella sabbia.
La stagione non ci aiuta, e, a parte la battaglia quotidiana contro le zanzare, in stanza arrivano un paio di scarafaggi (uno bello grosso), formiche e costantemente dei bruchi scuri di un paio di cm.
Non siamo fortunati nemmeno col room boy: è un po’ troppo approssimativo nella pulizia, qualche volta “si dimentica” di fare la stanza di mattina e.. aspetta dieci dollari di mancia per farci un po’ di decorazione sul letto, una sola volta. Una coppia bergamasca che era in viaggio di nozze con noi aveva invece un room boy splendido.. ma anche dei ragni enormi in stanza.
LA CUCINA. Pane eccellente e dolci pure, al nostro gusto. I buffet erano sempre molto ampi e forniti, la pasta sempre presente (due tipi con diverse salse personalizzabili), così come gli spaghetti di soia. Ho apprezzato anche il servizio di panini caldi “su misura” a pranzo, anche perché il mio stomaco poco abituato ha dovuto correre ai ripari dopo i primi giorni di full immersion nella cucina internazionale, spesso molto speziata. Si poteva fare di più a livello di pesce, sicuramente.. a volte i sapori di carne e pesce si assomigliavano un po’ troppo, ma abbiamo apprezzato, nell’ostentazione di sfarzo e lusso, un intelligente “riuso” dei materiali. Poi i gusti sono gusti...
Come honeymooners, siamo stati invitati per una sera a cena al Trio restaurant (bevande escluse), con cucina molto particolare, che abbiamo apprezzato. Poi, cosa davvero bella, il giovedì sera si poteva cenare all’Islander’s Grill per 95$ a testa, più le bevande, mangiando finché si voleva aragosta, gamberi e pesce grigliato. Nelle altre sere l’aragosta costava 20$ l’etto. La prima volta abbiamo preso un pinot grigio del veneto, che, sinceramente, non valeva un decimo dei 30$ + 10% che abbiamo speso.
LA SPIAGGIA. L’isola è grande e le spiagge sono mutevoli. In questo periodo la spiaggia ovest (lato diving) è molto ampia ma costantemente ventosa. La nostra zona (tra i pontili delle overwater) ha meno vento e meno spiaggia, comunque più che sufficiente tranne in un punto, dove un’ansa praticamente non concede spiaggia a un paio di gazebo con l’alta marea. Nella parte più vicina agli overwater a est la spiaggia diventa di nuovo grandissima. Dopo questi overwater (dopo il bungalow 270), la spiaggia è bella solo a tratti, finchè in un punto è completamente divorata dall’erosione, con sacchi in vista, idrovora ancorata a 10 metri dalla battigia e poco dopo impalcatura provvisoria con sacchi anti erosione a due metri dalla riva. Proseguendo nel giro, dopo la stanza 315 circa, la spiaggia ritorna bella, ma è di nuovo sul lato ventoso (in questo periodo). La pulizia è buona (viti arrugginite a parte), ma il mare, sul lato ovest, porta a riva molto spesso rifiuti. La lingua di sabbia a nord dell’isola era presente in forma ridotta al nostro arrivo, ed è scomparsa durante il nostro soggiorno. In questa zona (di fronte alla Infinity Pool), durante la prima settimana il mare era talmente grosso da formare una piccola laguna interna alla spiaggia (a forma di cuore, molto romantica), che, ritirandosi, lasciava una poco simpatica schiuma residua (idrocarburi o semplicemente scarichi?) che si può vedere nelle foto che pubblichiamo. Per dare un’idea della rapidità con cui si trasformano le spiagge, quando siamo arrivati, per attraversare il pontile delle overwater a nord dalla spiaggia c’era un gradino di 50 o 60 cm. Cinque giorni dopo non c’era più nessun gradino. Anche a causa del vento, la sabbia in alcuni punti non era soffice come in altri, ma era comunque un piacere.
IL MARE. La cosa che ci è piaciuta di meno ad Irufushi. Con la bassa marea ci sono, dal nostro lato, 60 cm d’acqua fino al reef, quindi un po’ poca. Con l’alta marea c’era sempre tantissima onda e scarsissima visibilità. Pochissimi pesci, solo un paio di volte si è visto uno squaletto. Moltissimi, troppi rifiuti in mare (travi, scatolette di latta), che il mare stesso non esitava a restituire, soprattutto nella zona ovest. Le condizioni meteo non ci hanno permesso granché a livello di snorkeling. Non avrei mai pensato di fare i salti nei cavalloni alle Maldive...
IL RESORT. Vuole essere di lusso, ed è passato alla Hilton proprio durante il nostro soggiorno. Il personale è delizioso ed efficientissimo in generale, sorridente e cortese. L’inglese è piuttosto necessario, anche se si trova qualcuno che parla un po’ d’italiano. Note di merito personale al nostro cameriere al ristorante, Ibrahim, e a Komar, del Water’s Edge bar. Meno puntuali al Reflection Bar, anche per quanto riguarda i teli. Il ristorante principale ha tre padiglioni e ci fa un caldo allucinante, la reception è bella da vedere e funzionale, il Recreation Center è carino, la Jungle Pool un po’ senza senso ma gradevole col cattivo tempo, il Water’s Edge in questa stagione è esposto a venti forti e allagamenti, ma è comunque piacevole per trascorrere un paio d’ore dopocena.
Non abbiamo provato la SPA (prezzi proibitivi per le nostre tasche) e non abbiamo provato né diving né sport acquatici.
IL VIAGGIO DI RITORNO. Dopo una settimana con pochissimo bel tempo e una seconda piuttosto bella, è la giornata della partenza forse la più bella di tutte. Sbrighiamo le formalità e ci dirigiamo alla lounge a forma di Dhoni sul pontile di attracco degli idrovolanti. Si parte un po’ in ritardo (all’aeroporto dovremo un po’ correre.. invano) e ci si rituffa nello spettacolo delle Maldive dall’alto. Ammarraggio perfetto a Malè, formalità sbrigate di corsa e attesa di quasi due ore per un ritardo di Eurofly, che, a quanto è dato sapere, ha affittato il volo da Neos e ha avuto problemi a farsi caricare il catering. Scene riprovevoli dopo il check in, con tutti che volevano uscire per andare in bagno e/o a fumare, degne dei peggiori esempi di italiani in vacanza. E, soprattutto, volo Neos con 767, molto più scomodo dell’A330 e più affollato, con assistenti di volo piuttosto scortesi (credo dovessero tornare a Roma e il volo era su Milano) e, purtroppo, un’altra dimostrazione della maleducazione degli italiani in giro per il mondo. Sarà che si è volato sempre con la luce del giorno, ma siamo arrivati a Milano davvero a pezzi.
In conclusione, Irufushi ci è piaciuta. Meno di quanto ci aspettassimo, ma ci è piaciuta. Non ci torneremo sicuramente, in primis perché andare alle Maldive costa parecchio (e vale quello che costa, certo), e anche perché di certo, se avremo la fortuna di poter tornare in questi posti splendidi, cercheremo un’isola piccola, con pochi o nessun overwater, molto più semplice.. e magari in una stagione migliore. E intanto non riesco a smettere di guardare giorno per giorno le foto dei vari resort su Mondomaldive, sognando...
Finché colei che sarebbe diventata mia moglie non mi fece scoprire la meraviglia di "andare al mare" in posti dove il mare è veramente bello, cristallino, limpido e caldo. Per me che ho sempre vissuto in una valle del Trentino, le occasioni sono sempre state pochissime, e "il mare" significava "alto adriatico", spiagge enormi e bollenti, stracolme di gente, mare troppo spesso di un indefinibile e inquietante colore troppo lontano dal blu. Poi, grazie a lei, scopro le Baleari, scopro Maiorca e la bellissima Playa d'Es Trenc, e cambio idea: due settimane di mare splendido, per chi ha l'occasione solo una volta ogni due anni di "andare al mare", sono quello che ci vuole.. sono certo che non mi stuferò.
E così in gennaio si va in agenzia, con l'idea dei tropici, una volta nella vita. L'idea è la Repubblica Dominicana, ma un catalogo Azemar in mano e un importante dettaglio ("a Santo Domingo c'è tantissima animazione"), ci fanno decidere in tempi brevissimi per le Maldive.
Le Maldive! Un sogno ad occhi aperti dal primo sguardo alle foto di presentazione! Resta da scegliere il resort: considerata la scelta del periodo, il budget e la prima volta per ciascuno di noi due, si va su Irufushi, isola nuova, con grande laguna cristallina, con molti confort che potrebbero alleviare le giornate di pioggia del periodo umido. Nessuno di noi due è sub, io non ho nemmeno mai messo le pinne in vita mia, e nessuno di noi due è un eccellente nuotatore, quindi andrà bene, ci diciamo.
Un lunghissimo conto alla rovescia e poi si parte!
IL VIAGGIO DI ANDATA. Dalla Val di Sole all'isola del sole, il viaggio è interminabile. Si tratta di prendere la ferrovia Trento-Malè-Marilleva, a Trento prendere il treno, cambiare a Verona, arrivare a Milano, trasferirsi in Cadorna con la metro per il Malpensa express e conservare un buon margine d'anticipo per eventuali ritardi. Risultato? si parte a mezzogiorno per decollare alle 23.35... Il volo Eurofly diretto per Malè è semivuoto e ci concede molta comodità, è possibile sdraiarsi senza problemi, i monitor singoli e le cuffie danno la possibilità di far passare il tempo (peccato per la ridicola censura dei film..) ed il volo notturno concilia il sonno. Le quasi dieci ore passano bene, il cibo è accettabile e gli assistenti molto gentili e disponibili. L'approccio alle Maldive è già da sogno: i colori lasciano senza fiato già dall'Airbus. Si scende la scaletta e ci si immerge nel caldo umido di Malè, sensazione incredibile per chi, come noi, non l'ha mai provata. Sbrigate molto rapidamente le operazioni di controllo passaporti, compilato un modulo sanitario (c'è allerta H1N1), ritirati i bagagli in un batter d'occhio, si va alla fila Azemar, che a un certo punto si sdoppia e molto rapidamente si va al check in della Maldivian Air Taxi. Volti sorridenti e via, immediatamente sul pullmino per l'idroporto. Ci accomodiamo nella sala d'attesa e dopo circa 45 minuti ci chiamano, si parte! Il volo di circa 50 minuti è bellissimo, anche se un po' di nuvole ogni tanto ci nascondono il panorama mozzafiato sulle isole.. l'idrovolante non è certo comodo, soprattutto per il caldo infernale della prima parte di volo e per il rumore assordante (beati tappi per le orecchie, portateveli!). Ad un certo punto la vedo, è lei: Irufushi! e mi accorgo subito che c'è un colore sinistro, un grigio ben poco "maldiviano" tutt'intorno all'isola. L'idrovolante comincia a girare nell'attesa di far passare il diluvio su Iru, ci rimaniamo una buona mezz'ora in più. I vuoti d’aria si susseguono e si iniziano a vedere volti molto pallidi a bordo, poi il pilota ci fa segno che è ok, si può ammarare. Il mare mosso della laguna ci fa fare 2 bei rimbalzi, vedo occhi sbarrati e un po’ di terrore.. ma va tutto bene, siamo arrivati!
Sul pontile di arrivo troviamo le assistenti Azemar a darci il benvenuto e un cameriere che ci porge le salviette fresche. La pioggia è finita e il sole picchia, i colori sono indescrivibili. Continuo a ridere come un bambino, è tutto bellissimo! Dopo un breve colloquio con le assistenti, qualche scartoffia e la consegna delle key cards, un buggy ci accompagna alla nostra Beach Villa. È la 232, la nostra segnalazione è stata accontentata, a nord lato alba (ma dalla spiaggia vedremo anche i tramonti), vicino al pontile nord delle overwater. Poco dopo arrivano anche i nostri bagagli, il personale si dimostra gentilissimo e sorridente. La nostra luna di miele ha inizio.
LA CAMERA. Definirla camera è riduttivo: noi infatti la chiamavamo istintivamente “casa”, viste le enormi dimensioni e la completezza. C’è proprio di tutto, due frigoriferi, bollitore, bustine di tè e caffè, ombrelli, lettore cd/dvd con impianto surround, tv lcd 32”, adattatore per le prese a tre lamelle, ampia scelta di alcolici e analcolici, snacks (a pagamento sia il bere che il mangiare), un divano, asciugacapelli, tavolino da trucco, armadio con cassaforte, bagno hollywoodiano con due lavabi, wc e bidet, doccia al coperto e all’aperto, idromassaggio, due lettini, un tavolino, un divano circolare, shampoo, doccia schiuma, saponette di cocco, sali per idromassaggio, kit da cucito, da barba, spazzolini, una serie infinita di asciugamani e salviette, accappatoi, ciabattine e teli mare. Davvero sontuoso, il bungalow.
Il letto è enorme e comodissimo – non avevo mai dormito in un letto con la “mensolina” (non so se si chiami così) in legno tutt’intorno, peccato che a casa un letto del genere non ci starebbe mai... Ci sono luci dappertutto, si fa addirittura fatica a capire quali interruttori comandino quali luci. La villa ha due ingressi: uno sul vialetto che porta alla “strada” principale interna, e uno che dà sulla veranda e sulla spiaggia. Sulla veranda si trovano due sedie e un tavolino e un altro divano, con la giara per sciacquarsi i piedi dalla sabbia. Tre metri di vialetto portano al gazebo in spiaggia, anche questo con ventilatore a pale, due sedie imbottite, tavolino ed enorme divano.
Tutto bello, grande e sfarzoso.. con delle pecche, che abbiamo notato anche di più a causa del cattivo tempo per quasi tutta la prima settimana.
Ci sono parecchie piastrelle crepate, sia nel bungalow che in bagno. Manca la torcia (più volte richiesta e mai rimpiazzata), quindi impossibile girare di notte all’infuori delle strade interne. Le finiture soffrono già l’uso, dopo nemmeno un anno. I divani all’esterno sono piuttosto sporchi e ammuffiti, la porta che dà sulla veranda è praticamente scassinata e da riparare, qualche educatissimo italiano ha dovuto scrivere il proprio nome sul tavolino del gazebo e.. nei pressi del gazebo troviamo 5 o 6 chiodi arrugginiti nella sabbia.
La stagione non ci aiuta, e, a parte la battaglia quotidiana contro le zanzare, in stanza arrivano un paio di scarafaggi (uno bello grosso), formiche e costantemente dei bruchi scuri di un paio di cm.
Non siamo fortunati nemmeno col room boy: è un po’ troppo approssimativo nella pulizia, qualche volta “si dimentica” di fare la stanza di mattina e.. aspetta dieci dollari di mancia per farci un po’ di decorazione sul letto, una sola volta. Una coppia bergamasca che era in viaggio di nozze con noi aveva invece un room boy splendido.. ma anche dei ragni enormi in stanza.
LA CUCINA. Pane eccellente e dolci pure, al nostro gusto. I buffet erano sempre molto ampi e forniti, la pasta sempre presente (due tipi con diverse salse personalizzabili), così come gli spaghetti di soia. Ho apprezzato anche il servizio di panini caldi “su misura” a pranzo, anche perché il mio stomaco poco abituato ha dovuto correre ai ripari dopo i primi giorni di full immersion nella cucina internazionale, spesso molto speziata. Si poteva fare di più a livello di pesce, sicuramente.. a volte i sapori di carne e pesce si assomigliavano un po’ troppo, ma abbiamo apprezzato, nell’ostentazione di sfarzo e lusso, un intelligente “riuso” dei materiali. Poi i gusti sono gusti...
Come honeymooners, siamo stati invitati per una sera a cena al Trio restaurant (bevande escluse), con cucina molto particolare, che abbiamo apprezzato. Poi, cosa davvero bella, il giovedì sera si poteva cenare all’Islander’s Grill per 95$ a testa, più le bevande, mangiando finché si voleva aragosta, gamberi e pesce grigliato. Nelle altre sere l’aragosta costava 20$ l’etto. La prima volta abbiamo preso un pinot grigio del veneto, che, sinceramente, non valeva un decimo dei 30$ + 10% che abbiamo speso.
LA SPIAGGIA. L’isola è grande e le spiagge sono mutevoli. In questo periodo la spiaggia ovest (lato diving) è molto ampia ma costantemente ventosa. La nostra zona (tra i pontili delle overwater) ha meno vento e meno spiaggia, comunque più che sufficiente tranne in un punto, dove un’ansa praticamente non concede spiaggia a un paio di gazebo con l’alta marea. Nella parte più vicina agli overwater a est la spiaggia diventa di nuovo grandissima. Dopo questi overwater (dopo il bungalow 270), la spiaggia è bella solo a tratti, finchè in un punto è completamente divorata dall’erosione, con sacchi in vista, idrovora ancorata a 10 metri dalla battigia e poco dopo impalcatura provvisoria con sacchi anti erosione a due metri dalla riva. Proseguendo nel giro, dopo la stanza 315 circa, la spiaggia ritorna bella, ma è di nuovo sul lato ventoso (in questo periodo). La pulizia è buona (viti arrugginite a parte), ma il mare, sul lato ovest, porta a riva molto spesso rifiuti. La lingua di sabbia a nord dell’isola era presente in forma ridotta al nostro arrivo, ed è scomparsa durante il nostro soggiorno. In questa zona (di fronte alla Infinity Pool), durante la prima settimana il mare era talmente grosso da formare una piccola laguna interna alla spiaggia (a forma di cuore, molto romantica), che, ritirandosi, lasciava una poco simpatica schiuma residua (idrocarburi o semplicemente scarichi?) che si può vedere nelle foto che pubblichiamo. Per dare un’idea della rapidità con cui si trasformano le spiagge, quando siamo arrivati, per attraversare il pontile delle overwater a nord dalla spiaggia c’era un gradino di 50 o 60 cm. Cinque giorni dopo non c’era più nessun gradino. Anche a causa del vento, la sabbia in alcuni punti non era soffice come in altri, ma era comunque un piacere.
IL MARE. La cosa che ci è piaciuta di meno ad Irufushi. Con la bassa marea ci sono, dal nostro lato, 60 cm d’acqua fino al reef, quindi un po’ poca. Con l’alta marea c’era sempre tantissima onda e scarsissima visibilità. Pochissimi pesci, solo un paio di volte si è visto uno squaletto. Moltissimi, troppi rifiuti in mare (travi, scatolette di latta), che il mare stesso non esitava a restituire, soprattutto nella zona ovest. Le condizioni meteo non ci hanno permesso granché a livello di snorkeling. Non avrei mai pensato di fare i salti nei cavalloni alle Maldive...
IL RESORT. Vuole essere di lusso, ed è passato alla Hilton proprio durante il nostro soggiorno. Il personale è delizioso ed efficientissimo in generale, sorridente e cortese. L’inglese è piuttosto necessario, anche se si trova qualcuno che parla un po’ d’italiano. Note di merito personale al nostro cameriere al ristorante, Ibrahim, e a Komar, del Water’s Edge bar. Meno puntuali al Reflection Bar, anche per quanto riguarda i teli. Il ristorante principale ha tre padiglioni e ci fa un caldo allucinante, la reception è bella da vedere e funzionale, il Recreation Center è carino, la Jungle Pool un po’ senza senso ma gradevole col cattivo tempo, il Water’s Edge in questa stagione è esposto a venti forti e allagamenti, ma è comunque piacevole per trascorrere un paio d’ore dopocena.
Non abbiamo provato la SPA (prezzi proibitivi per le nostre tasche) e non abbiamo provato né diving né sport acquatici.
IL VIAGGIO DI RITORNO. Dopo una settimana con pochissimo bel tempo e una seconda piuttosto bella, è la giornata della partenza forse la più bella di tutte. Sbrighiamo le formalità e ci dirigiamo alla lounge a forma di Dhoni sul pontile di attracco degli idrovolanti. Si parte un po’ in ritardo (all’aeroporto dovremo un po’ correre.. invano) e ci si rituffa nello spettacolo delle Maldive dall’alto. Ammarraggio perfetto a Malè, formalità sbrigate di corsa e attesa di quasi due ore per un ritardo di Eurofly, che, a quanto è dato sapere, ha affittato il volo da Neos e ha avuto problemi a farsi caricare il catering. Scene riprovevoli dopo il check in, con tutti che volevano uscire per andare in bagno e/o a fumare, degne dei peggiori esempi di italiani in vacanza. E, soprattutto, volo Neos con 767, molto più scomodo dell’A330 e più affollato, con assistenti di volo piuttosto scortesi (credo dovessero tornare a Roma e il volo era su Milano) e, purtroppo, un’altra dimostrazione della maleducazione degli italiani in giro per il mondo. Sarà che si è volato sempre con la luce del giorno, ma siamo arrivati a Milano davvero a pezzi.
In conclusione, Irufushi ci è piaciuta. Meno di quanto ci aspettassimo, ma ci è piaciuta. Non ci torneremo sicuramente, in primis perché andare alle Maldive costa parecchio (e vale quello che costa, certo), e anche perché di certo, se avremo la fortuna di poter tornare in questi posti splendidi, cercheremo un’isola piccola, con pochi o nessun overwater, molto più semplice.. e magari in una stagione migliore. E intanto non riesco a smettere di guardare giorno per giorno le foto dei vari resort su Mondomaldive, sognando...