- 10/02/2011 mal di maldive
La scelta quest’anno è caduta su Biyadhoo. L’offerta era invitante, due settimane con 9 immersioni comprese a 2.200 euro ci è parsa buona, considerando il volo Emirates con scalo a Dubai, invece del solito charter dove non sai mai quando parti, quando arrivi e se torni a casa il giorno giusto.
Su internet avevo letto dei commenti impietosi sulle camere da letto, e quindi ero preparata al peggio, invece al nostro arrivo abbiamo trovato una camera spaziosa, al primo piano, immersa nel verde, con l’essenziale funzionante e pulito. Il frigo bar è ben fornito, c’è il bollitore di caffè e the, c’è il phon in bagno, e l’adattatore per le prese. Sul terrazzo c’è lo standino per la biancheria, e due sdraio per prendersi il fresco.
Le palazzine sono immerse nel verde: tantissime piante diverse, immense magrovie secolari, bouganville, ibiscus…avete presente quelle composizioni di piante che si regalano ai matrimoni che durano tre giorni? Beh, lì diventano piante altissime. Ficus, croton dalle foglie rosse, insomma, un vero paradiso botanico. Il vialetti, cosi’ coperti dalle frasche, entrano nell’isola, e molti ne approfittano per fare jogging ascoltando l’Ipod, e mantenersi in forma.
Il ristorante offre cucina locale, ma anche internazionale. La pasta c’è tutti i giorni, a pranzo e cena, il riso basmati in bianco e condito pure, come pure le insalate: da farsi da soli, o già pronte con tonno, o straccetti di pollo. I dolci non mancano e ce n’è per ogni gusto, mousse varie, torte di frutta, strudel, creme, tiramisu’ e profitterols. La frutta è l’unica nota dolente, solo ananas e non tutti i giorni, come pure le bananine. Arance e mele tutti i giorni, ma certo quelle le abbiamo anche qui!
Ci sono mancate la carambola, il passion fruit, il mango….la papaia è comparsa sulle tavolo solo 3 volte in 14 giorni…mi sembra un po’ poco.
La carne e il pesce vengono cucinati con curry, con verdure, al limone, e altre varianti. Invece le bevande sono a parte, pure l’acqua, che costa 3,40 dollari a bottiglia da 1 litro e mezzo. Comunque alla fine ce la siamo cavata, fra ristorante e bar, con 150 dollari di extra, il che mi sembra accessibile, e sempre più conveniente dell’all inclusive.
A colazione ci sono i succhi di frutta, tanti tipi di paste e ciambelle, il latte (solo freddo), i corn flakes, e fagioli e wusterls..manca il prosciutto cotto e il formaggio per fare i tost.
I ragazzi alla reception sono disponibili e solerti, internet costa 5 dollari la mezz’ora. C’è pure una piccola biblioteca dove poter prendere libri e giornali da leggere.
Le escursioni sono diverse: l’isola deserta il mercoledì e domenica, le isole dei pescatori, il bolentino, il watching ai delfini, il catamarano per mezza giornata. Io ho noleggiato la canoa singola e mi sono fatta il giro dell’ isola in un’ora: bellissimo!
Ma eccomi arrivata al nocciolo del titolo: si ritorna bambini. Perché?
Perché non ho mai visto tanta gente che si è portata da casa il materassino gonfiabile, o il canotto come a Viareggio negli anni settanta!!! Gli inglesi, infatti, solitamente così rigidi, si sono scatenati: coppie di sessantenni ye-ye armati di ciambelle e altri giocattoli gonfiabili, passavano le ore in acqua! Bambini di ogni età, scavavano trincee dove giocare a palline, e genitori solerti innalzavano immensi castelli di sabbia, pinnacolati di sabbia morbida e ricoperti da forme create dagli stampini colorati! Un artista giapponese si divertiva a creare figure sulla sabbia fatte coi boccioli dei fiori di ibiscus…sirene, delfini…mante!
Come si dice, atmosfera informale, mai come qui l’abbiamo riscontrata. E’ stata una piacevole sensazione, proprio un’ aria di allegro ritorno al passato.
L’animazione non esiste, il venerdì sera c’è il bedu beru, e il sabato e la domenica sera la musica dal vivo. I ragazzi della band sono molto bravi, e fanno del rock melodico che ben si accompagna con la birretta fresca o una red bull.
Il diving merita un plauso a parte. Con Dive Ocean mi ero già immersa a Makunudu, e anche qui sono organizzati molto bene e sono ragazzi molto bravi. Le immersioni alla mattina sono più impegnative, nelle pass, in corrente, il pomeriggio sono più soft, e più mediterranee, nel senso che si trovano grandi spaccature piene di pesce, grotte, e buchi di ogni dimensione, con tanto colore, che se non saltassero fuori i pesci di barriera, sembrerebbe di fare un’ immersione a Portofino.
I siti di immersione qui sono tra i più famosi del mondo: Guraidhoo, Kandoma, Cocoa Corner e Medu Faru possono essere considerati siti GURU per il sub.
Inoltre è possibile fare le self dive da riva, visto che Biyadhoo ha una splendida barriera corallina, decisamente forse la più bella vista da me fino adesso, meglio anche di Bathala.
Sotto, a quindici metri, ci sono delle grosse murene, e i pesci foglia.
La corrente in questi reef non scherza, qui è la zona delle famose correnti lavatrici, ,le WASHING MACHINES, che si vedono anche dalla superficie formarsi e rompersi in modo continuo, e sono abbastanza itoste da affrontare perché senza quasi accorgertene possono portarti da una quota ad un’altra in pochi secondi, quindi ci vuole occhio!
Il tempo è stato buono, nel complesso. Nel senso che a fine gennaio c’era ancora la coda del monsone, e quindi ha piovuto e tirava un forte vento che increspava la laguna, poi improvvisamente è mutato nel giro di una notte, donandoci splendide giornate di sole a picco, e mare calmo come olio.
Il volo di ritorno di Emirates è partito a mezzanotte di domenica, quindi abbiamo goduto dell’isola fino alle otto di sera, sfruttando al massimo l’ultimo giorno. Dopo cena con la barca veloce ci hanno portato in aeroporto giusto per l’imbarco immediato.
Tornerei in quest’ isola per molti motivi: siti di immersione, ma anche per il prezzo, essendo ormai una delle poche isole con belle spiagge e ottima barriera a costi contenuti. Tornerei perché è smart & easy, facile da vivere, senza pretese.
E come dico sempre, la prossima volta cambio meta, e alla fine torno sempre a casa, dalle mie Maldive!